Durante la commissione Sanità del Consiglio regionale del Piemonte, impegnata in un approfondimento tecnico in merito alle risorse del PNRR in ambito sanitario, alla presenza dell’assessore Luigi Icardi e del responsabile Coordinamento attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza Antonino Ruggeri, si è affrontato anche il tema dell'integrazione dei dati degli esami del sangue dei donatori nel Fascicolo sanitario elettronico, che tutti i piemontesi hanno a disposizione online attraverso il portale Salute Piemonte.
“Il Piemonte è da sempre una delle prime Regioni in Italia per numero di donazioni – indica il proponente dell’iniziativa Andrea Cane, Vicepresidente della commissione che si occupa della salute - con circa 112 mila donatori, che fanno riferimento a 18 centri trasfusionali e 7 unità di raccolta associative. Tutti sappiamo che il dono del sangue è un atto nobile, che può salvare vite umane e migliorare la salute di molte persone. Per garantire la massima sicurezza ed efficacia delle trasfusioni, è essenziale che i dati relativi agli esami del sangue dei donatori siano accuratamente registrati, salvati e quini accessibili in qualsiasi momento anche dai donatori. In questo contesto, l'allineamento dei dati degli esami del sangue con il fascicolo sanitario digitale si rivelerebbe un passo fondamentale per migliorare la gestione delle donazioni e promuovere una salute pubblica sempre più efficace e proattiva”.
“L'integrazione dei dati degli esami del sangue nel fascicolo sanitario digitale – conclude il consigliere canavesano della Lega Andrea Cane, donatore Fidas del Gruppo di Locana - garantisce un accesso rapido e affidabile alle informazioni sulla salute dei donatori. Il monitoraggio costante dei dati dei donatori consentirebbe di prendere decisioni più informate e di individuare eventuali situazioni di rischio in modo tempestivo assieme ai medici di famiglia. Il processo potrebbe semplificare anche la gestione e l'archiviazione delle informazioni relative alle donazioni, eliminando la necessità di documenti cartacei o registri separati, creando opportunità per la ricerca, a fronte della tecnologia che ci permette di utilizzare i dati aggregati per condurre studi e innovare in ambito medico, senza dimenticare come questa integrazione si leghi all’importanza dello sviluppo della telemedicina soprattutto in una Regione vasta e variegata come è evidentemente il nostro Piemonte”.
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