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Cane (Lega): "Ordine del giorno approvato: arginare la violenza a danno degli operatori sanitari"

Immagine del redattore: #MAIFERMARSI#MAIFERMARSI

Aggiornamento: 8 mar 2023


"Dobbiamo arginare il fenomeno degli episodi di violenza a danno degli esercenti le professioni sanitarie, intendendosi con essi ogni aggressione fisica, comportamento minaccioso o abuso verbale che si verifica nel posto di lavoro, sono rimasto negativamente impressionato da quanto fosse diffuso e non sempre agevolmente inquadrabile dal punto di vista numerico”.


Con queste parole rivolte al Consiglio Regionale, il vicepresidente leghista della commissione regionale Sanità Andrea Cane ha presentanto l’ordine del giorno rivolto al Governo nazionale e ai colleghi dell’emiciclo piemontese per proteggere i professionisti della salute sempre più colpiti da atti di violenza sul posto di lavoro.

“L’Inail ha da poco presentato – ha dichiarato il consigliere regionale Andrea Cane – i dati di un questionario che fanno emergere come il 40% degli interpellati abbia dichiarato di aver subito un’aggressione, con 459 episodi di violenza dichiarati, e il 27% di averne subita più di una. La molestia è stata la tipologia di aggressione maggiormente segnalata, seguita dalla minaccia e dalle aggressioni verbali. Quanto al luogo di accadimento, il 91% delle aggressioni è avvenuto negli ambulatori e/o nei centri medico-legali. Nel 61% dei casi sono state fatte da parte di assistiti, mentre nel 21% dei casi da parte di familiari. Gli infermieri sono i professionisti della Sanità in assoluto più colpiti dagli atti di violenza sugli operatori sanitari con l’89% vittima di violenza sul lavoro e nel 58% dei casi si è trattato di violenza fisica: hanno subito violenza in generale sul posto di lavoro circa 180mila infermieri e per oltre 100mila si è trattato di un’aggressione fisica”.

“La situazione, poi, si sta aggravando - ha denunciato il vicepresidente della commissione Sanità del Consiglio regionale piemontese Andrea Cane - perché accanto alle usuali violenze, durante la pandemia si sono create situazioni come quelle in cui non è stato possibile far avvicinare persone ai ricoverati che ha generato fortissime tensioni e numerose aggressioni e ci sono unit i no-vax che sono autori aggressioni e minacce, anche di morte. Ma le mancate denunce e gli episodi non rilevati dimostrano che il numero è sicuramente sottostimato e in realtà le violenze, verbali e fisiche, sono almeno 10-15 volte più numerose. In questa situazione l’invito è ad attivarsi per promuovere azioni di formazione ed informazione relativamente alla ‘Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari’, valutando strumenti attuali e concreti per programmare e promuovere azioni volte a garantire la sicurezza del personale medico-sanitario, per esempio predisponendo un programma di prevenzione con sostegni particolari agli operatori vittime di violenza e promuovendo presso gli operatori della comunicazione la rimozione di contenuti critici, falsi o scorretti che possano compromettere la professionalità degli operatori sanitari e socio-sanitari”


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